In una ricerca longitudinale condotta dalla Prof.ssa Elizabeth Kirk, presso la University of York, è stato rilevato che il linguaggio che la madre utilizza per interagire con i figli nei primi mesi di vita, e in particolare tra i 10 mesi e i 20 mesi, influenza le capacità sociali dei bambini a 5 anni.

In questa ricerca, recentemente pubblicata nel British Journal of Developmental Psychology, è emerso infatti che i figli di madri che nei primi mesi di vita utilizzano per interagire con il figlio un linguaggio ricco di termini che si riferiscono a stati mentali ed emotivi a 5 anni hanno capacità sociali significativamente superiori a quelle dei figli di madri che invece nei primi mesi di vita utilizzano pochi termini che si riferiscono a stati mentali ed emotivi.

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Le capacità sociali superiori nei bambini si manifestano con una maggiore capacità di interagire con i coetanei, con un minor grado di egocentrismo, e con una maggiore capacità di mettersi nei panni dei coetanei intuendo i loro stati emotivi (felicità, ansia, rabbia, ecc.) in diversi contesti e in diversi momenti.

Le capacità sociali superiori, migliorando la qualità delle relazionali con i coetanei, determinano più alte probabilità che il bambino cresca con un equilibrio emotivo e comportamentale e con minori problematiche psicologiche.

I prossimi studi della Prof.ssa Elizabeth Kirk si orienteranno probabilmente verso la ricerca delle modalità con cui le mamme che lo desiderino possono acquisire le competenze necessarie per utilizzare con i loro figli un linguaggio che possa facilitare lo sviluppo delle capacità sociali.