L’adolescenza, è risaputo, è una fase un po’ turbolenta della vita.
Non solo per le importanti trasformazioni fisiche che occorrono in questi anni, ma anche, e soprattutto, per i bisogni di natura psicologica tipici di questa fase.
Ne sanno qualcosa i genitori di giovani adolescenti che si trovano ad assistere a cambiamenti di varia natura: dagli interessi ai modi di fare, dall’umore ai gusti musicali, alimentari, culturali ed estetici, per citarne solo alcuni.
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Adolescenza e cambiamenti
A volte i cambiamenti caratteristici della fase adolescenziale preoccupano i genitori.
Sembra che i figli si comportino in maniera completamente diversa dal passato e che attraverso parole e fatti vogliano solo affermare non sarò mai come te o come tu mi vuoi.
Da una parte mezza parola sbagliata detta dal padre o dalla madre potrebbe scatenare rabbia, disperazione o comportamenti oppositivi nel giovane; d’altra l’ansia e le preoccupazioni dei genitori possono sfociare in atteggiamenti invasivi, impositivi, di controllo, e in alcuni casi di disinteresse.
Qual è, allora, il modo migliore di accompagnare i propri figli durante l’adolescenza?
In primo luogo i genitori dovrebbero essere consapevoli della natura delle trasformazioni che si verificano durante l’adolescenza.
Una nuova, propria identità
L’adolescenza, infatti, è una fase molto delicata della vita, in cui fra i vari bisogni psicologici è particolarmente rilevante quello di forgiare una propria identità.
Un adolescente sano, non solo chiede più libertà e indipendenza, ma gioca con la propria individualità e sperimenta modalità nuove, alla ricerca di un senso di autenticità del sé.
Motivo per cui il giovane può passare da un interesse all’altro, cambiare amicizie o modalità di interazione sociale: ad esempio, non è infrequente che bambini timidi diventino adolescenti estroversi e viceversa.
Gran parte dei comportamenti che i genitori considerano atipici sono determinati dai processi psicologici tipici di questa età: la differenziazione e l’identificazione sono due strumenti, opposti e complementari, inevitabili e indispensabili, che forgiano l’identità del giovane.
In secondo luogo può essere rassicurante per i genitori sapere che in molti casi i cambiamenti dei propri figli adolescenti non rappresentano caratteristiche definitive della loro personalità o del loro carattere.
Probabilmente alcune modalità ritenute eccessive tenderanno a stabilizzarsi su toni più pacati e l’impulsività lascerà lentamente il posto a una maggiore razionalità.
Come interagire con un figlio adolescente
Sicuramente la modalità più sana di interagire con i figli adolescenti non è ansiogena, impositiva o indifferente; bisogna accompagnare i loro cambiamenti con interesse e discrezione.
È fondamentale stabilire una comunicazione sana, creando ponti e non muri, assumendo un atteggiamento rispettoso.
Chiedere a un figlio cosa rappresenti per lui un nuovo interesse, senza toni critici o presuntuosi, è un ottimo modo per iniziare a costruire una comunicazione sana.
Mentre durante l’infanzia è il bambino a doversi connettere con gli interessi dei genitori, nell’adolescenza il rapporto deve essere riequilibrato e anche i genitori devono connettersi agli interessi dei propri figli.
Così, ad esempio, la mamma che non ha mai avuto alcun interesse nella musica rock può chiedere al proprio figlio, fan degli AC/DC, di spiegarle il significato di qualche loro canzone.
È fondamentale sapere che costruire una comunicazione di questo tipo non è qualcosa che dipende solo ed esclusivamente dal carattere dell’adolescente (è troppo nervoso per poterci parlare), ma anche e soprattutto dal modo dei genitori di approcciarsi a lui.
Infine, è importante sottolineare che creare vicinanza emotiva, empatia e condivisione è anche il modo migliore che un adulto ha di farsi ascoltare e di aiutare il giovane a prevenire eventuali situazioni di rischio.