La musica aiuta lo stato depressivo?
La musicoterapia è una forma di terapia non verbale che si basa sull’utilizzo della musica e dell’improvvisazione musicale, attraverso l’instaurarsi di una relazione che diviene importante per fornire supporto al paziente e creare un ambiente in cui si possa sentire libero di esprimersi e di agire.
Questo è uno dei motivi per cui la musicoterapia spesso viene utilizzata nel trattamento della depressione.
L’efficacia del mezzo musicale per la depressione è stata ampiamente riconosciuta. È stato osservato infatti che il trattamento musicoterapeutico comporta una riduzione dei sintomi persistenti del paziente depresso e aiuta a migliorare la qualità di vita quando associato a un trattamento di psicoterapia.
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Perché la musicoterapia ha un effetto sul paziente depresso?
Una delle spiegazioni deriva dagli aspetti non musicali della terapia, ovvero alcuni autori hanno dato importanza al fare attivo che si osserva in una seduta di musicoterapia, come ad esempio suonare gli strumenti con il musicoterapeuta.
Questa è una caratteristica della musicoterapia e un modo particolarmente efficace per i pazienti con depressione. Ma in cosa consiste questo fare attivo?
Cercheremo di comprendere meglio il fenomeno prendendo in considerazione tre aspetti che sembrano essere correlati tra loro: aspetto estetico, azione strumentale e relazionale.
Piacere e significato
In primo luogo, è ben riconosciuta la relazione tra una diagnosi di depressione e la mancanza di piacere e senso della vita che ne deriva.
La creazione di un significato dei sintomi e di una motivazione ad agire è uno degli obiettivi terapeutici che il paziente depresso deve affrontare in un percorso di psicoterapia, attraverso una modalità verbale, cioè con l’utilizzo delle parole.
L’esperienza estetica invece all’interno della musicoterapia sembra essere immediata. Nella musicoterapia infatti l’operatore porta la sua musicalità nell’incontro musicale sintonizzandosi con il suono prodotto dal paziente e con le preferenze musicali dello stesso.
Attraverso l’improvvisazione musicale si spinge il paziente a trovare assieme al musicoterapeuta un senso musicale, come se ci fosse un rapporto musicale che funge da supporto al paziente e gli permette di avere una potenziale catarsi che gli permette di entrare a contatto con se stesso.
La musica può essere triste o allegra, non importa. Ciò che è fondamentale è il mezzo musicale che permette al paziente di esprimere ciò che ha dentro, ma senza utilizzare parole.
È così che ciò che il paziente esprime assume un significato implicito, espresso appunto con la musica stessa.
L’azione
Il ruolo dell’azione nella seduta di musicoterapia assume un significato profondo: l’agire viene inteso come l’apprendimento della capacità di sentire se stessi e ascoltare l’altro alternandosi in uno scambio definito dialogo sonoro.
Così in maniera inconsapevole il paziente inizia a sintonizzarsi con l’altro attraverso il ritmo e la melodia.
Il battere i piedi su una canzone o il condividere uno stesso strumento o uno stesso ritmo permette al paziente di vivere un’esperienza condivisa nel qui ed ora che gli consente di vivere un forte senso di appartenenza a qualcosa di significativo.
L’essere parte attiva di un prodotto esteticamente bello e soprattutto personale permette al paziente di vivere un’esperienza nuova: esso si sente accolto nella sua essenza e si sente gratificato nel contribuire a un qualcosa che descrive chi è e cosa prova, con l’aiuto di qualcuno che lo accoglie e lo accetta per ciò che è, anche nelle sue fragilità.
La relazione
Infine la relazione stessa contribuisce a sviluppare nel paziente un’idea del sé e del sé con l’altro che gli consente di ricostruire la sua storia e di sperimentare il piacere di stare con gli altri e di poter fare qualcosa di buono per sé.
La musicoterapia utilizza il canale comunicativo musicale, cioè attraverso la musica e la comunicazione non verbale si veicolano significati ed emozioni che difficilmente riuscirebbero ad essere elaborati e restituiti in maniera verbale, soprattutto se di natura negativa e dolorosa.
Alcuni studi hanno documentato come la terapia musicale abbia migliorato le competenze comunicative ed interattive dei pazienti con depressione e abbiamo ridotto i sintomi depressivi in questo senso.
Senso pratico del trattamento
La musicoterapia agisce a livello comunicativo, come forma di espressione che non utilizza le parole ma un linguaggio spontaneo.
Agisce poi anche a livello emotivo e il suono e l’armonia divengono fonte di appagamento con cui superare gli stati di tensione.
Con la musicoterapia si cerca di produrre effetti benefici per la salute attraverso un’attività corporeo-sonoro-musicale che, sviluppando una relazione non verbale tra il terapeuta e la persona, favorisce l’espressione e l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva.
In particolare, essa è in grado di alleviare la tensione e lo stress e di ridurre la quantità di idrocortisone, l’ormone che ne è responsabile.
La musica sembra essere una forte alleata contro l’ansia, perché sembra essere in grado di regolare il numero dei battiti del cuore e di ridurre la pressione arteriosa, producendo endorfine e fungendo così come una sorta di antidolorifico naturale.
Le emozioni, infatti, si manifestano anche attraverso l’intonazione della voce e la musicoterapia ha la funzione di saperle cogliere e trasformarle in energia positiva.
Il disagio psichico comporta delle difficoltà nel comunicare con gli altri, ma attraverso le note possono emergere più facilmente emozioni e sensazioni che in modo diverso sarebbero indecifrabili.
Il forte coinvolgimento emotivo che deriva dalla produzione e/o dall’ascolto musicale permette di lasciarsi andare a fantasie e ricordi, di imparare a descriverli, magari anche cantando, e consente di interpretare le sensazioni corporee e le impressioni ricevute dallo scambio musicale.
La musica come aiuto
La musica quindi non è semplicemente una stimolazione che produce una risposta. La musica offre ciò che viene definita affordance ovvero un’opportunità per il paziente sia di condivisione interpersonale che un’attività piacevole.
La partecipazione condivisa assume significato per il paziente stesso: potrebbe essere proprio questo il motivo per cui i pazienti depressi sembrano trarre beneficio dal trattamento musicoterapeutico.
Gli studi clinici si concentrano inevitabilmente sui risultati degli interventi piuttosto che sul processo attraverso il quale questi risultati possono essere raggiunti. Tuttavia la musicoterapia sembra confermarsi un utile mezzo di supporto tra una gamma di interventi possibili al trattamento della depressione.
Aurora Merciaro per Psicologia24