Il disturbo dell’orgasmo femminile (designato nel linguaggio comune con il termine “anorgasmia”) è caratterizzato da una difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo e/o da una forte diminuzione dell’intensità delle sensazioni orgasmiche. Le donne mostrano una grande variabilità nel tipo e nell’intensità delle stimolazioni che producono l’orgasmo. Allo stesso modo, le descrizioni soggettive dell’orgasmo sono molto varie, in quanto può essere sperimentato in modi diversi. Per una diagnosi di disturbo dell’orgasmo femminile (secondo quanto indicato dal DSM-5) i sintomi devono essere provati in tutte, o quasi tutte, le occasioni di attività sessuale (cioè in almeno il 70% delle occasioni) e da almeno 6 mesi. Affinché una donna possa ricevere la diagnosi di disturbo dell’orgasmo femminile, i sintomi devono essere accompagnati da un disagio clinicamente significativo.

Le cause dell’anorgasmia possono essere diverse e i fattori che possono aumentare la probabilità del manifestarsi di questo disturbo sono di tipo psicologico, ambientale e fisiologico (compresa una possibile predisposizione genetica).

Se l’anorgasmia non provoca alla donna disagio emotivo non può essere considerata un disturbo. Quindi, solo quando provoca disagio può essere considerata come un disturbo da trattare. Il trattamento è prevalentemente di tipo psicologico e comportamentale. A seconda dei casi può essere più utile un trattamento psicologico cognitivo-comportamentale oppure psicodinamico (ma anche altri tipi di trattamento psicologico possono rivelarsi utili in alcune circostanze). Altrettanto utili possono rivelarsi alcuni esercizi fisici in grado di potenziare il riflesso orgasmico.